Gli angeli sono considerati da sempre protettori e messaggeri di pace. Nella storia dell'arte sono stati spesso raffigurati come esseri gentili e pacifici che portano speranza e armonia spirituale.
La tradizione cristiana presenta una struttura complessa che organizza gli esseri celesti in tre grandi gerarchie, ognuna delle quali è suddivisa in tre ordini distinti. Questa suddivisione riflette il principio dell’ordine e della partecipazione alla luce divina, secondo una prospettiva in cui ogni livello riceve e trasmette la conoscenza divina a quello inferiore.
Nella prima gerarchia si trovano gli esseri angelici più vicini a Dio, immersi nella contemplazione della divinità e caratterizzati da una conoscenza diretta della verità divina.
La seconda gerarchia è costituita da esseri che fungono da intermediari tra la sfera più alta e il mondo inferiore.
Nella terza gerarchia si trovano gli angeli più vicini agli uomini, che hanno il compito di guidare e proteggere le anime nel loro cammino verso la salvezza.
Ogni realtà celeste in Cielo genera una musica che non è un semplice risultato della creatività artistica ma scaturisce dalla vicinanza e dalla contemplazione di Dio, generando una diversità quasi infinita di suoni che si coniuga in un’unica sinfonia dotata di armonia perfetta!
Attraverso il timbro della voce e il suono singolare di ogni strumento celeste vengono rappresentati aspetti differenti della grandezza dell’Altissimo. D’altra parte, se gli Angeli esprimono la loro gioia attraverso la musica, non intoneranno un canto inedito ogni volta che Dio rivela loro una meraviglia su di Sé? Non lo sappiamo, ma è un punto su cui siamo invitati a soffermarci mentre ci poniamo davanti all'opera di Emiliano Alfonsi.
La disposizione del gruppo figurativo segue l' orientamento dell’ asse terrestre rappresentato da una linea dorata e da un sottile cerchio che incastona i soggetti. A sinistra il fanciullo dai capelli chiari incarna la dottrina che tira i capelli alla musica,fanciullo dai capelli scuri,che giocosamente intona un tritono e risponde con una smorfia del viso.
Il bisticcio è serenamente trattenuto dall’ ordine (figura angelica) che contiene e mantiene il loro conflitto. La corona floreale, che cinge la testa della figura, riepiloga il processo di elevazione verso uno stato eletto, aulico. Con la mano destra regge la medaglia con il simbolo del nodo di Salomone che le conferisce un' astrazione temporale, il movimento perpetuo e il collegamento tra cielo e terra secondo la tradizione simbolica cristiana. Con la mano sinistra sconfigge il male, schiaccia il drago o serpente. Sulla fascia circolare si presentano 18 medaglioni, 9 dedicati alle schiere angeliche e all’ ordinamento celeste, e 9 dedicati ai pianeti che corrispondono alle sfere cristalline presiedute dagli angeli stessi, il suono dei pianeti, l'armonia delle sfere .
I medaglioni sono attraversati da un motivo decorativo ad intreccio che rimanda all’Oroboros. Ai quattro angoli che chiudono il cerchio in un quadrato sono riportati i simboli dei quattro elementi. Nei trilobi ogivali gettanti all’ esterno sono raffigurati tre occhi simbolo del ciclo dell’ età dell’ uomo.
In basso la lente del cannocchiale di Galileo che punta a Giove suggerendo un ritorno all’ osservazione delle stelle e al concetto del "suono delle sfere" adottato.