L’Arcidiocesi di Agrigento e la Comunità ecclesiale, in collaborazione con il Comune di Sambuca e la Soprintendenza di Agrigento, ha realizzato un percorso di arte e fede nei locali della Chiesa del Purgatorio di Sambuca di Sicilia. Lo spazio, inteso quale Polo espositivo del territorio sambucese, rientra nell’ambito di un progetto più ampio di Museo-diffuso, che si lega al Museo Diocesano di Agrigento, capofila dell’iniziativa.
Il Museo Diffuso intende rispondere all'esigenza di custodire, recuperare e valorizzare la memoria della comunità territoriale della Diocesi di Agrigento e di comunicarla all'uomo d'oggi. Con i diversi Poli espositivi, il museo diffuso permette di custodire e valorizzare il patrimonio ecclesiastico senza sradicarlo dal territorio e dalla comunità per il quale è stato pensato, progettato e realizzato.
Il Polo espositivo sambucese valorizza ciò che è proprio della terra di Sambuca di Sicilia a partire dai personaggi più illustri, dal pittore frate cappuccino Fra Felice e la sua arte pittorica a Diego Planeta, ultimo Giudice dell’Apostolica Legazia.
Una sintesi del patrimonio storico artistico e liturgico delle principali chiese sambucesi colpite dal terremoto del 1968 che ha devastato la Valle del Belice: Chiesa Madre, San Calogero, il Collegio, Santa Caterina, la Chiesa dell’Ospedale, la Chiesa di San Michele, la Chiesa del Carmine. Un percorso storico diverso è riservato alla chiesa S. Giorgio, demolita nel 1959, prima che il terremoto devastasse la Valle. Della Chiesa rimangono foto storiche, brani del portale, il pregevole affresco medievale raffigurante la Madonna delle Grazie, opera attribuita per tradizione a Francesco Turano e diverse suppellettili liturgiche.
L’allestimento è formato da quinte architettoniche che, integrando semplici le vetrine, lasciano intatta la percezione degli spazi originari. Armonizzare ed integrare le esigenze museografiche e museo logiche con i valori storici del luogo espositivo, quale è la Chiesa del Purgatorio.
Il percorso di visita è caratterizzato da un susseguirsi di Sale tematiche che accolgono opere di pregevole valore artistico, provenienti dalle chiese colpite dalle devastazione del terremoto della Valle del Belice. Tra le fabbriche di interesse storico-artistico più danneggiate si annoverano: la Chiesa Madre, il Collegio di Maria (Ex Convento di Sant’Agostino), il Complesso Benedettino di Santa Caterina; il Convento del Carmine, la Chiesa della Concezione e l’Ospedale.
La nascita del Polo espositivo sambucese è rivolto alla ricostruzione ideale di un patrimonio e di una immagine urbana parzialmente perduta, attraverso l’esposizione delle testimonianze artistiche ancora presenti. Un percorso storico diverso è riservato alla chiesa di San Giorgio, demolita nel 1959, prima che il terremoto devastasse la Valle.
Dopo l’inquadramento topografico dei siti coinvolti, seguono le Sale tematiche: la Sala Feliciana, allestita dentro la Chiesa, dedicata alla vita del frate cappuccino Fra Felice e alla sua arte pittorica, attraverso l’esposizione delle dipinti più rappresentativi. Dentro la Chiesa, un piccolo spazio è dedicato alle opere più rappresentative della Chiesa di Santa Caterina, legate a nomi di artisti autorevoli e rappresentativi del Tardo-Rinascimento locale, quali Fra Innocenzo da Petralia e gli scultori della famiglia Lo Cascio di Chiusa Sclafani. A seguire, nei locali attigui, la Sala Planeta, dedicata a Mons. Diego Planeta, ultimo Giudice dell’Apostolica Legazia, che accoglie i parati liturgici a lui appartenuti, e una ricostruzione storica del Legato papale, nato in seguito alla dominazione normanna, e in vigore fino alla prima metà del XIX secolo. Segue la Sala dei Paramenti e delle Suppellettili liturgiche e la Sala San Giorgio, dedicata all’ex-Chiesa di S. Giorgio e alle sue opere più significative.
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