Nella nostra Diocesi le notizie più antiche che abbiamo circa la venerazione e il culto di Santa Rosalia le troviamo nei registri delle Visite Pastorali e degli Atti dei Vescovi e risalgono al 1540. Possiamo affermare che la prima presenza di un luogo di culto fu quella della chiesa e confraternita di Bivona, preesistente al 1540. Una presenza viva, tanto che poi nel 1577 veniva chiesto al vescovo di erigere una cappella in onore di Sant’Onofrio nella chiesa di Santa Rosalia, mentre nel 1604 veniva consegnata la statua della Santa per portarla in processione ed il vescovo dava incarico al Vicario di Bivona di controllare e benedire l’immagine.
Per comprendere la documentazione legata a Santa Rosalia nella Diocesi di Agrigento li abbiamo raccolti per tipologia.
Alla prima categoria appartengono i documenti che attestano la fondazione di nuove chiese in onore della Santa, la costituzione di nuovi sodalizi a lei dedicati e la licenza di raccogliere offerte in suo onore per edificare, riparare e aumentare il culto a Santa Rosalia. Così dal 1625 iniziarono a sorgere nuove chiese ad Alessandria della Rocca insieme alla congregazione, a Sambuca, a Santo Stefano, Cammarata, Agrigento, Sciacca, Favara, Canicattì e Castronovo; la fondazione della confraternita di Santa Rosalia a Siculiana nella chiesa madre, a Sciacca, San Cataldo e Palma di Montechiaro; la fondazione di benefici a Sciacca, Santo Stefano, Cammarata e Castronovo, di un altare a Caltanissetta, San Cataldo, Sutera, Sambuca, Montevago, San Giovanni Gemini e Cattolica e di una cappella a Lucca Sicula.
Alla seconda categoria appartengono i documenti concernenti la licenza di custodire le reliquie, abitualmente concesse dal Cardinale Doria, alle chiese e alle confraternite. Troveremo la presenza delle reliquie prima di tutto a Bivona, Sambuca, Cammarata (con il quadro), Mussomeli,Prizzi, Delia, Agrigento, Caltanissetta, San Cataldo, Casteltermini, Santo Stefano Quisquina, San Giovanni Gemini, Burgio e a privati.
Alla terza ed ultima categoria appartengono i documenti concernenti la festa di Santa Rosalia.
Il Cardinale Doria scrisse al Vescovo di Agrigento, il quale si rivolse ai Vicari foranei di Bivona, Santo Stefano e Racalmuto con la quale vengono chieste notizie ai vari paesi della Diocesi, che confluirono nell’opera del Cascini. Un altro documento importante è la facoltà concessa a don Giuseppe Messana di Bivona di ricevere testimoni dei miracoli operati per intercessione di Santa Rosalia, anche se non si sono ritrovate relazioni in merito.
A S. Rosalia è legata Suor Maria Roccaforte, al secolo Leonarda, monaca terziaria dell’ordine di San Benedetto del monastero di San Paolo a Bivona. Morì in concetto di santità, così che mons. Francesco Traina, vescovo di Agrigento, alla sua morte affidò l’incarico ad uno dei Padri della Compagnia di Gesù di raccogliere le testimonianze, a seguito dell’istanza del dottor Giuseppe Romano, autore della biografia della serva di Dio, il quale aveva chiesto che fossero continuate le ricerche per il processo sulla vita e le grazie compiute da Dio per mezzo di suor Maria Roccaforte, per adempiere tale incarico.
el 1659 il vescovo Gisulfo a Bivona approvava la diffusione dell’immagine, dipinta o scolpita, della serva di Dio suor Maria Roccaforte, indicando anche come doveva essere rappresentata.
GIUSEPPE LENTINI